Le storie pirotecniche e non del Quartiere Leopard... Astenersi dalla consultazione se non sapete cos'è il prink. Si ricorda inoltre che in questo sito non sono presenti agronomi qualificati che conoscono la consistenza dei terreni (e ultimamente neanche urbanisti). © by Leopard Pictures - E l'ultimo chiuda la porta!
sabato 31 gennaio 2015
venerdì 30 gennaio 2015
giovedì 29 gennaio 2015
mercoledì 28 gennaio 2015
martedì 27 gennaio 2015
venerdì 23 gennaio 2015
Vibonati 2015 - Il ritorno della Pirotecnica Paolelli
Non sono un fotografo professionista ma credo che un'immagine di questa edizione sia più significativa di tante parole.
Ho assistito ai fuochi a pochi passi da Sabrina Paolelli e ho vissuto con commozione le sue emozioni dalla prima all'ultima bomba.
All'inizio della scarica l'abbraccio liberatorio con Lucio è stato il momento più bello per ricordare Valerio, Antonio e Antonello!
Grazie Sabrina...
Ho assistito ai fuochi a pochi passi da Sabrina Paolelli e ho vissuto con commozione le sue emozioni dalla prima all'ultima bomba.
All'inizio della scarica l'abbraccio liberatorio con Lucio è stato il momento più bello per ricordare Valerio, Antonio e Antonello!
Grazie Sabrina...
Poesia del giorno!
Era dai tempi della scuola che non recitavo una poesia...
Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.
E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.
Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò:
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor:
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durâr;
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.
Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.
E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.
Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò:
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor:
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durâr;
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.
giovedì 22 gennaio 2015
mercoledì 21 gennaio 2015
martedì 20 gennaio 2015
When the going gets tough the tough get going
Domani mi diverto, elmetto in testa e cavalli di frisia davanti al cancello!
Inizia la riscossa...
Inizia la riscossa...
Come si cambia per non morire
...come si cambia per amore
come si cambia per non soffrire
come si cambia per ricominciare...
come si cambia per non soffrire
come si cambia per ricominciare...
lunedì 19 gennaio 2015
domenica 18 gennaio 2015
sabato 17 gennaio 2015
venerdì 16 gennaio 2015
giovedì 15 gennaio 2015
Nessuno tocchi il pyro calendario!
Il capo
Una massima che il grande Rico Sanguineti mi disse 20 anni fa e che oggi torna più che mai d'attualità!
Grazie Rico della tua saggezza e lungimiranza.
I capi bisognerebbe amazzarli tutti, tranne uno, da mettere in una vetrina e scriverci sotto quanto erano cattivi i capi quando c'erano...
mercoledì 14 gennaio 2015
Un giorno credi di essere giusto...
...e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da ZERO!
martedì 13 gennaio 2015
lunedì 12 gennaio 2015
domenica 11 gennaio 2015
venerdì 9 gennaio 2015
giovedì 8 gennaio 2015
martedì 6 gennaio 2015
lunedì 5 gennaio 2015
domenica 4 gennaio 2015
Pyro rumenta in ascensore...
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